Videoinsight® Collecting Room

I WANT TO BE A FUTURIST 2014

“I WANT TO BE A FUTURIST”, a cura di Manuel De Santaren e Rebecca Russo .

La Fondazione Videoinsight® ha partecipato attivamente, come ogni anno, alla Fiera di Artissima a Torino dal 6 al 10 novembre 2014.

Il Centro Videoinsight® ha proposto il 6 Novembre 2014 l’esibizione “I WANT TO BE A FUTURIST”: una selezione di Video d’Artista tratti dalle Collezioni di VideoArte di Manuel De Santaren, collezionista americano, e di Rebecca Russo, collezionista italiana.

Artissima – 7|10 novembre 2014 Torino

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I WANT TO BE A FUTURIST. CS PRESS. IT
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Videoinsight® Collecting Room: Six Videoworks from Six International Private Collections, 2013

Jhafis Quintero, Knock Out, Videoinsight® Collection
Jhafis Quintero, Knock Out, Videoinsight® Collection

La Fondazione Arte e Scienza Videoinsight® per Artissima 2013
con Opening il 9 Novembre 2013 fino al 9 Dicembre 2013, presso il Centro Videoinsight®
ha presentato: “JHAFIS QUINTERO: SIX VIDEOWORKS FROM SIX INTERNATIONAL PRIVATE COLLECTIONS”.

La speciale esibizione è stata realizzata con la partecipazione di Sette Collezionisti Internazionali:

Ronald Asmar e Romain Jordan, Christian Berthier, Verena Butt d’Espous, Rebecca Russo, Manuel de Santaren e Agah Ugur.

L’evento si è svolto in collaborazione con Barbara Polla e Analix Forever.

Sette collezionisti internazionali si sono relazionati rispetto all’opera del video-artista JHAFIS QUINTERO.

Jhafis Quintero, originario di Panama, ha trascorso dieci anni in carcere; si è rivelato artista mentre era in prigione. L’Arte per questo artista è stata “indispensabile per sopravvivere”: un’alternativa alla violenza che gli ha consentito di oltrepassare i limiti. Quintero sta lavorando alla realizzazione di una serie di dieci video: uno per ogni anno trascorso in carcere. Sei video sono già stati realizzati, uno di questi, “Knock out (2011) “, è stato in mostra alla 55. Biennale di Venezia 2013, nel Padiglione Latino-Americano. Altri quattro video sono in corso di realizzazione. Nella sua opera l’artista vuole far confrontare lo spettatore con la sua esperienza della prigionia, con le sue paure, con la sua incapacità di comunicare, ma anche con la sua libertà psicologica, la sua voglia di rinascere, la sua creatività. Quintero mostra che la vita in carcere è stata per lui una ricchissima esperienza. La sua Arte non riguarda la prigione di per sè, ma piuttosto evoca la Vita: l’energia del corpo, della mente, dell’anima. Tutti i video, con profondità e immediatezza, esprimono significati relativi ai bisogni primari universali ed ai temi psicologici essenziali per l’umanità: la vita, la morte, la sopravvivenza, il tempo, la luce, la coazione a ripetere, l’omeostasi, la crisi, l’evoluzione, il cambiamento, le relazioni con gli altri e con se stessi, la consapevolezza, l’immaginazione, il sogno, l’insight.

Sette collezionisti hanno scelto sei differenti opere video create da questo stesso artista e hanno condiviso con il pubblico le ragioni che hanno provocato le diverse scelte.

Ronald Asmar e Romain Jordan, due collezionisti svizzeri, sono stati colpiti dai messaggi positivi legati alla storia dell’artista: una vita creativa è dunque possibile anche dopo l’esperienza del carcere. La ragione della loro scelta è stata, innanzi tutto, la loro sensibilità umanitaria nei confronti di questo potente messaggio di speranza, ma anche un forte interesse a collezionare un’opera video per la prima volta. Loro hanno scelto due video: “We only exist when we communicate” e “Hombre que camina”.

Christian Berthier, collezionista francese, dopo aver visto solamente i primi quattro video realizzati da Quintero, ha deciso di acquisire l’ Edizione 1 di tutti i dieci video, dunque anche di quelli che non erano ancora stati creati: un forte impegno nei confronti del lavoro dell’artista, che ha contribuito a rendere possibile la presenza di Quintero alla Biennale di Venezia. Christian Berthier è immediatamente entrato in relazione con l’opera di Quintero. La poderosa messa in scena delle relazioni fra il carcerato e il suo corpo l’ hanno particolarmente impressionato.

Verena Butt d’Espous, una collezionista franco-svizzera che vive a Londra, è stata colpita dall’opera di Quintero perchè questo artista utilizza l’Arte per superare i limiti nella ricerca della redenzione. Essendo una collezionista sensibile alle tematiche sociali, ha riconosciuto il messaggio positivo legato all’esperienza di Quintero, ma anche la forza intellettuale e la libertà che lui personifica, e la prova dell’essenzialità dell’Arte come mezzo di comunicazione. Lei ha scelto “Knock out” a causa del simbolismo del combattimento contro la propria ombra: ciascuno di noi può rappresentare il peggior nemico di se stesso.

Rebecca Russo, collezionista italiana, Presidente della Fondazione Arte e Scienza Videoinsight®, ha scelto “Knock out” con la mente, il cuore e l’inconscio a causa dell’intuizione avuta durante la prima visione del video in occasione della 55. Biennale di Venezia. Secondo lei, il potere delle opere di Quintero non ha nulla a che fare con la possibile compassione per l’artista che è stato detenuto. La potenza dell’opera di Quintero, al contrario, deriva dalla fondamentale trasformazione di un’esperienza personale in un’esperienza universale, esattamente il tipo di conversione che permette all’artista di comunicare la “verità mistica”. L’ambivalenza, il conflitto, il dramma, l’energia, la ricerca di soluzioni, il bisogno di fuga, la sublimazione presenti nelle opere di Quintero sono nella psiche di ogni persona.

Manuel de Santaren, collezionista americano, ha acquisito “Sweet Powder”, perché quest’opera parla di ambiguità fondamentali: prigionia e libertà, controllo e fuga, comunicazione e incomprensione, attrazione e repulsione e perché gli è parso, essendo un video-collezionista molto esperto, di scoprire qualcosa di veramente nuovo e non ancora visto.

Agah Ugur, Presidente della Borusan Holding AS, che possiede la Borusan Contemporary Art Collection (una Collezione molto speciale aperta al pubblico e interessata ad accrescere l’interesse per l’arte contemporanea in Turchia da parte di un pubblico più allargato), ha scoperto il video “La Hora Garrobo” durante LOOP, una fiera centrata sulla video arte, tenutasi nel Maggio 2013. Agah Ugur ha ritenuto che il video fosse fondamentalmente originale, nonché uno dei migliori lavori dell’intera fiera, così’ ha deciso di acquisirlo per la propria collezione personale.

Sabato 9 Novembre 2013 alle h15.00 in Artissima si è tenuta una Talk intitolata “COLLECTORS CHOICES”.

La condivisione della comune passione per la Video Arte ha intrecciato sei collezioni private in un unico punto di arrivo e di partenza, fertile stadio della loro evoluzione.

Durante la Talk (h15) e l’Opening (h19) i sette collezionisti hanno scambiato le loro esperienze di collezionismo in presenza dell’artista e del pubblico.

videoinsight@videoinsight.it
http://www.videoinsight.it/

Novembre 2013. Nascita del nuovo Format ‘Videoinsight® Collecting Room’

Il nuovo format ‘Videoinsight® Collecting Room’, ideato nel Novembre 2013 da Rebecca Russo, si ripeterà.
La Fondazione curerà ogni anno mostre focalizzate sulle scelte dei collezionisti sia nella formula “Six Collectors for one Artist”, sia nella formula “Six Collectors for Six Artists”.

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Ecco un’intervista a Rebecca Russo, Presidente della Fondazione Videoinsight®, effettuata da Arte Sera in occasione del lancio del nuovo format “Collectors’ Choices”.


1) Cos’è e come è nato il progetto “Six Videoworks from Six International Private Collections”?

La Fondazione Videoinsight®, in occasione di Artissima 2013, presso il Centro Videoinsight® di Torino, ha lanciato il nuovo format “Six Videoworks from Six International Private Collections” per vivere in modo creativo e innovativo le relazioni umane e artistiche in un ambito molto specifico del sistema dell’arte contemporanea: quello che riguarda i Collezionisti. Si è trattato di una speciale esperienza che è stata realizzata con la partecipazione attiva di sette collezionisti internazionali, estranei tra loro, provenienti da luoghi molteplici, caratterizzati da culture differenti, che hanno rappresentato sei Collezioni: Agah Ugur, Verena Butt d’Espous, Christian Berthier, Ronald Asmar e Romain Jordan, Manuel de Santaren e Rebecca Russo.

I sette collezionisti, su mio invito, hanno curato insieme, attraverso un lavoro di gruppo che è durato alcuni mesi, una mostra che riguarda un unico artista – Jhafis Quintero. Si sono relazionati. Hanno mostrato sei opere provenienti dalle rispettive sei collezioni. Hanno scritto a sette mani il comunicato stampa relativo all’evento. Hanno condiviso, in modo intimo e profondo, mettendosi a nudo e rivelandosi negli aspetti psicologici più personali, le loro scelte in tre momenti:

– prima in un Workshop durato tre ore, in assenza dell’artista, finalizzato alla conoscenza reciproca e allo scambio di esperienza, attraverso un’interazione spontanea, ma mirata e progettuale;

– poi in una Talk, della durata di un’ora e mezza, che si è svolta nel contesto di Artissima, effettuata con traduzione simultanea (ogni collezionista ha parlato la sua lingua), in presenza dell’artista e con il pubblico;

– infine, in una Mostra, che si è svolta al Centro Videoinsight®, nel contesto delle Mostre in Città inserite nel circuito di Artissima, durante la quale il numeroso pubblico, oltre che guardare sei video d’artista, ha potuto interagire con i collezionisti in una sorta di workshop spontaneo che si è ripetuto ogni 30 minuti.

L’idea è nata a causa del desiderio di esplorare e approfondire, in modo innovativo e focalizzato, il mondo dei Collezionisti, che rappresenta una parte fondamentale del campo artistico, secondo me piuttosto in ombra.

Ritengo che il focus su coloro che scelgono di investire le proprie risorse nel sistema dell’arte, acquisendo delle opere e supportando artisti, curatori e galleristi, sia assolutamente da riequilibrare. Le comunicazioni rispetto ai Collezionisti sono rare rispetto a quelle che riguardano gli artisti, le opere, i curatori, le gallerie, le case d’asta.

Questa idea ha entusiasmato innanzitutto la Direttrice di Artissima Sarah Cosulich Canarutto, a cui porto la mia gratitudine poiché ha contribuito alla valorizzazione di questo progetto.

2) Come si colloca il progetto all’interno delle attività promosse dalla Fondazione Arte Scienza Videoinsight®? Qual’è il bilancio dell’iniziativa? Quali sono gli sviluppi futuri?

Dato il grande successo dell’iniziativa, questo format rappresenterà per la Fondazione Videoinsight®, una nuova frontiera per il futuro e guiderà molte esperienze simili che coinvolgeranno differenti risorse umane, in vari luoghi del mondo, in tempi diversi. L’esperienza è stata intensa, efficace, originale e vissuta con grande impatto emotivo sia dai Collezionisti che dal Pubblico, non abituato all’interazione personalizzata, lenta e profonda.

3) Il collezionismo nasce come esigenza personale, sulla base di interessi e inclinazioni individuali; tuttavia esiste anche una dimensione condivisa, di dialogo e relazione tra collezionisti, che questo progetto intende sottolineare: quanto è significativa a suo modo di vedere questa dimensione?

I Collezionisti, forze trainanti del sistema al pari degli artisti, dei curatori, dei galleristi, delle Istituzioni, dei giornalisti, tendono a restare troppo dietro le quinte, in sordina, al buio, su una lista segreta di nomi, e talvolta sono interpretati come puri investitori economici.

Mettere in luce, di fronte agli artisti stessi, ma soprattutto al pubblico, i loro pensieri, le loro motivazioni, le loro risonanze emotive, le loro differenze umane, le loro storie, i loro modi di fruire l’arte, le loro visioni è rivoluzionario e necessario secondo me per l’evoluzione e l’umanizzazione del sistema artistico. Il Rinascimento del sistema dell’arte deve avvenire prima di tutto negli animi.

L’Arte e la Vita coincidono. L’Arte rappresenta la Vita. La Vita è anche Arte. L’Arte offre una Via per la crescita, è una chance per l’evoluzione, un modus esistenziale, innovazione, profezia che si auto-avvera, memoria, prevenzione, cura, non solo evasione, ricreazione, contemplazione, moda, lavoro.

Gli “Art Lovers”, così amano definirsi i Collectors – allergici al termine Collezionismo che psicoanaliticamente indica l’accumulo, il possesso, l’ossessività, la catalogazione, la coazione a ripetere- abitualmente sono percepiti in modo individuale, come singoli casi umani, e non come un gruppo o una comunità.

I collezionisti hanno contribuito a creare nella storia questo stile individualistico di rapporto con l’artista, il gallerista, il Museo o la casa d’aste. Frequentemente si invitano reciprocamente, ma solo in modo formale e non interattivo. Nei casi peggiori i collezionisti non comunicano tra loro, si evitano, competono o addirittura si copiano in modo non apparente. Non sono diffuse le esperienze di scambio autentico, fertile e creativo tra collezionisti. Fino ad oggi hanno partecipato con le opere della loro collezione alla stessa mostra, ritrovando i propri nomi collocati nello stesso catalogo; hanno creato Associazioni nominative, soprattutto per via interinale; hanno depositato le opere in uno stesso luogo; hanno collaborato con giornalisti, attraverso interviste in progetti editoriali sul tema del collezionismo; in alcuni casi hanno realizzato una mostra insieme nel senso di unire delle opere rispetto a un tema.

Ho voluto creare invece l’occasione di sperimentare un crossing-over autentico tra i Collezionisti, che – seppur estranei in partenza- si sono messi in gioco, esposti, impegnati, coinvolti, organizzati, trasferiti, aprendo le porte del loro tempo, della loro esistenza, cultura, passione per l’arte, rompendo gli schemi chiusi e rigidi.

Sono stati i pionieri di un’interazione viva, privata e pubblica allo stesso tempo, che si è basata su significati, insights, risonanze emotive, memorie, sogni, vissuti personali, al di là della raccolta organizzata, ordinata, accumulatoria degli oggetti dell’arte. Il tutto è avvenuto all’insegna del donare, dell’osare, del rischiare. Questo è l’aspetto rivoluzionario.

Arte Sera, “Six Videoworks from Six Private International Collections”, 18 Novembre 2013
Arte Sera, “Six Videoworks from Six Private International Collections”, 18 Novembre 2013