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Sublime

SUBLIME

SUBLIME è l’anima segreta del corpo delle cose.
SUBLIME è il valore aggiunto.
SUBLIME è l’eleganza dell’essenzialità, la bellezza chiara, rivelatrice di nuova visione, la brillantezza.
SUBLIME è il sommo trascendente grado del bello.
SUBLIME è nobiltà della purezza, è l’opera d’arte vivente, vissuta, che si rivolge alla suscitazione dell’essenza dell’animo umano all’interno del corpo, sublimando il dolore in scrigno prezioso.
SUBLIME è benessere psicofisico, pura vitamina psichica rinfrescante.
SUBLIME è valore virtù : il SUBLIME innato che porta alla delizia, all’estasi oltre l’imperfezione corporea, emotiva, logica, è bellezza, armonia, simmetria nell’asimmetria.
SUBLIME è il trionfo della scoperta, la meraviglia, l’immagine sanatrice, è la vittoria sullo scoraggiamento.
SUBLIME è stimolo, influsso potente che trasforma il nero negativo in vitalità bianca positiva.
SUBLIME: dal disprezzamento negativo all’apprezzamento positivo, l’autoaffermazione, così la forma perde il suo aspetto limitante costrittivo e acquista totale dignità.
SUBLIME è l’azione d’urto e la liberazione.
SUBLIME è nudità, percezione nuda e pura, quasi erotica che abbraccia la vita nel suo totale mistero, è trasparenza, innocenza; è autenticità, rivelazione.
SUBLIME è spogliarsi di schemi preconcetti pregiudizievoli pre-confezionati. Il SUBLIME conduce a tollerare l’ombra, l’ambiguità, l’oscurità ed essendo sfumatura concilia gli opposti, le sublimi contraddizioni della vita. E’ la Trascendenza in cui gli opposti si scambiano.
SUBLIME è la capacità di vedere somiglianze nascoste. E’ Segreto alchemico.
SUBLIME è Ispirazione, Creatività, Curiosità, Ricchezza, “Reframing”: mettere in una cornice differente la struttura della realtà: alleggerimento, luminosità, trasfigurazione del corpo, amore, educazione, danza, nuova sensazione, percezione, flessibilità, è nuovo ritmo, passo, postura, azione.
SUBLIME è scienza, curare con le mani, arte, ondeggiare le mani fra le nuvole, forza e delicatezza del corpo che diventa sublime alleato.
SUBLIME: opere virginali e sensuali, crudeli e squisitamente dolci, emozioni, sentimenti, pensieri, impulsi enigmaticamente opposti.
SUBLIME è la bellezza e il piacere che rifiutano di essere posseduti definitivamente.
SUBLIME è l’esperienza umana dal corpo materico al corpo essenziale, l’espressione della voce interiore, la spontaneità.
Ed ecco che il busto si trasforma in corsetto, la maschera è pizzo: il sublime elisir, cipria, profumo.
E dall’ombra, dall’inconscio emerge la luce, la consapevolezza, la maestosa potenza del Sublime: Insight!

Giovanna Giovannelli
per Videoinsight Foundation® | Istituto Ortopedico Rizzoli

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Sublime

Ispirata, mossa dal destino, da un’attrazione inconscia, da una curiosità intellettuale, mi ritrovai a varcare la soglia del Laboratorio Fotografico dell’Istituto Ortopedico Rizzoli per scoprirne l’incredibile contenuto. “Sublime!”, questo esclamai guardando per la prima volta un negativo su lastra di vetro risalente all’inizio del secolo scorso. Al primo sguardo una fortissima emozione si creò nella mia anima. Contemplai commossa l’immagine. Risultò magnifica, eccelsa, in senso estetico, intellettuale, etico, spirituale. Sperimentai interiormente una fascinazione misteriosa, un contagio puro, che trascese la contemplazione del bello, divenendo valore altissimo, eccellente. Fui sorpresa, meravigliata, folgorata dalla risorsa che stavo scoprendo. Fu colpo di fulmine, amore a prima vista.

Cos’è il Sublime? E’ il sentimento, l’effetto di un’opera o di un oggetto sull’animo umano. Sublime, dal latino sublimis (sub, “sotto”, e limen, “soglia”) è ciò che giunge fin sotto la soglia più alta, ciò che è ‘al limite’. L’immenso e originale patrimonio di Fotografia Medica Ortopedica, classificato cronologicamente e custodito in centinaia di antiche e impolverate scatole, oltre che rappresentare una straordinaria risorsa storica e scientifica, si rivelò ai miei occhi sublime materiale artistico, antico e contemporaneo.

I negativi che documentavano i pazienti in differenti fasi evolutive, nelle loro patologie, nel loro decorso clinico e trattamento terapeutico, sorte come riproduzioni del reale prive d’intenzionalità artistica, ri’fotografate nel presente risultarono al primo sguardo Opere d’Arte Contemporanea non premeditate. L’Arte si fa riconoscere per quello che è, ha una sua identità, una sua natura, un valore universale. Turba, si fa percepire con la ragione e con il sentimento. Crea una diversa interpretazione della realtà, una presa di coscienza, una visione interiore, un’intuizione, un’illuminazione, un insight. I soggetti rappresentati, con le loro peculiari caratteristiche estetiche, posture e imperfezioni corporee, mostravano un’intrinseca bellezza, una dignità senza tempo, immortale, circolare, essenziale, universale.

Percepii di essere entrata in contatto con un tesoro, un organismo in divenire, una creatura vitale con proprie declinazioni. Sognai questa mostra, la costruii con visionarietà prima dentro di me.

ll Sublime è un processo. Immaginai di inserire nella dinamica del Sublime alcune di queste straordinarie fotografie, rimaste per cento anni immobili, inerti, nascoste, sia fisicamente, mettendole in movimento, trasportandole dal buio sotterraneo alla luce del sole, che spiritualmente, creando un flusso che proseguisse nella mente e nelle emozioni di chi ne avesse fruito, sublimandole in Arte. L’intenzione fu quella di rompere gli schemi, travalicare gli spazi, irrompere trasversalmente, svelare, trasformare il negativo in positivo, il dolore in estasi, la malattia in bellezza. Il percorso aprì uno squarcio tra i mondi, tra le dimensioni del passato e del futuro, dell’invisibile e del visibile, del rimosso e del cosciente, della Scienza e dell’Arte. Ne scaturì una luce ‘sublime’. Ricavare le immagini in positivo da quelle in negativo fu tremendamente entusiasmante. Il disvelamento dei volti, dei dettagli, delle sfumature provocò in me stupore, meraviglia, incanto. Un’Opera d’Arte per esistere deve essere vista, deve essere visibile. Vidi Arte in queste immagini, per questo volli portarle alla luce. La mostra attuale, frutto di un’immersione profonda, di una ricerca, di un riconoscimento, è una scommessa sul futuro, oltre che un omaggio al passato. Impatta potentemente. E’ rivoluzionaria e innovativa, è frutto di una passione, di una scelta istintiva, inconscia e al contempo riflettuta e ponderata, che capovolge le prospettive, crea domande, interroga, apre una ricerca, congiunge pubblico e privato, esteriore e interiore, apparente e intimo. Sperimentai per prima su me stessa, come persona, filantropa, curatrice e collezionista d’arte, l’esperienza del sublime causata da queste fotografie. Esse contengono verità, quella della vita. Provocano, disorientano, turbano. I pazienti del secolo scorso, fotografati in modo seriale nel setting ospedaliero, si rivelano oggi, dal punto di vista dell’Arte, muse e modelli di una dimensione altra, onirica e visionaria. I loro corpi esprimono dignità e mistero; come statue rievocano le forme classiche delle opere antiche di Leonardo da Vinci o di Lorenzo Bernini; quelle contemporanee di Robert Mapplethorpe o di Vanessa Beecroft; quelle della moda proposte da Christian Dior o Jean Paul Gaultier. I corsetti ortopedici utilizzati per correggere, compensare e contenere l’apparato locomotore richiamano alla mente le opere Ready Made di Marcel Duchamp, le fotografie di Man Ray, le installazioni d’Arte Concettuale e d’Arte Povera. I soggetti appaiono simili a performer, a potenziali protagonisti di tableaux vivants, di Body Art, di Arte Fluxus, attori inconsapevoli di una pièce teatrale. Le immagini acquistano significato simbolico, sono frutto della trasfigurazione della vita in Arte, raccontano l’indicibile con una forza icastica universale, atemporale. Appaiono assolutamente contemporanee, risultato di ricerche e sperimentazioni innovative, in divenire; sono prova della capacità espressiva umana, raccontano un’esperienza, meravigliano, toccano il cuore, lasciano il segno. Questa mostra sarebbe probabilmente piaciuta a Frida Kahlo, artista – paziente che integrò nella sua opera Medicina Ortopedica, dolore e Arte. Risulta una profezia auto – avverantesi anche nella mia storia personale: nella pubertà fui per un breve periodo una paziente ortopedica costretta a portare un corsetto, soffrii e trovai nell’Arte la via per la sublimazione.

Che Sublime sia!

Rebecca Russo

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Donne come noi | Sperling & Kupfer

Il libro “Donne come noi” è scritto da Donna Moderna per Sperling & Kupfer. Dal 6 marzo 2018 in libreria.

34 giornalisti raccontano 100 storie di italiane contemporanee che, nel loro percorso personale o lavorativo, hanno fatto qualcosa di importante, di straordinario. Con coraggio, competenza, tenacia. Con la capacità di sognare in grande e la voglia di dimostrare che essere donne non è un ostacolo, ma un’opportunità. Tutte sono state intervistate affinché, con la loro voce ed esperienza, potessero essere di ispirazione per le altre donne.
Tra queste donne è presente Rebecca Russo – filantropa, ideatrice del Metodo Videoinsight® –
intervistata da Francesca Angeleri.

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Arte Mondadori | Novembre 2017

Arte Mondadori Novembre N. 531 2017

Museo Riso di Palermo
The Videoinsight® Collection by Paola Stroppiana
Cento Opere della Collezione Videoinsight®

Arte Mondadori Novembre 2017
The Videoinsight® Collection by Rebecca Russo

Tra le opere presenti: Keren Cytter Something Happened 2007, Ulla von Brandenburg Singspiel 2009, Marinella Senatore Speak easy – Director’s cut 2009, Nathalie Djurberg Untitled (Acid) 2010, Laure Prouvost The Artist 2010, Hans Op De Beeck Parade 2012, Kate Gilmore My Love is an Anchor 2004, Ragnar Kjartansson Mercy 2004, Katarzyna Kozyra Lou Salomé 2005, Tobias Zielony The Street (C.P.A.) 2014, Ali Kazma Dance Company 2009, Larissa Sansour A Space Exodus 2008, Agnieszka Polska I Am the Mouth 2014.

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Larissa Sansour A Space Exodus 2008 Videoinsight® Collection

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