ottobre 2016

Videoinsight® Magazine 2016 | 7

Videoinsight® Magazine 2016 | 7

Artissima 2016 | Sublimazione Subliminale. Maria José Arjona al Centro Videoinsight®.

La Fondazione Videoinsight® wwww.fasv.it, nell’ambito di Artissima 2016, con Opening in data 4 Novembre 2016, presenta cinque video e una serie di fotografie tratte dalla produzione performativa dell’artista Colombiana Maria José Arjona.

Al di sotto della soglia di apprendimento e consapevolezza, si ordinano meccanismi ancora ignoti, elementari tasselli di circuiti inesplorati, strumenti per conoscenze di là da venire: labirintici ai nostri sensi e alla ragione, materie di studio per finora impensate scienze future, temi per indefinite e infinite forme dell’arte.

Terre promesse e, allo stesso tempo, galassie: qui, echeggia la risonanza multidimensionale di ogni evento. La zona umana è più di una costellazione complessa, per altra concezione e concessione. Se, ad un primo stadio del ritorno, decidiamo di ripopolarla e frequentarla con autenticità, ritroviamo l’illuminazione aurorale, in nudo codice.

Il concetto di subliminale, se assunto come categoria informante, può veicolarci in questo passaggio fondamentale della nostra ricerca. E non soltanto: la persuasione che tale modello implica, opaca per natura e definizione, sarà il fulcro su cui muovere le leve della percezione, per interrogare le corde della nostra acquisizione di dati nell’universo sensibile. È questo il tentativo, la tentazione, di Maria José Arjona: presentare distintamente l’intuizione che si fa sostanza, mostrare l’atto in quanto argomento. L’azione diventa metonimica a ritroso: una parte per il tutto e, allo stesso tempo, tutt’uno nella parte.
Nell’occasione di Artissima 2016, la collezionista e mecenate Rebecca Russo dedica a Maria José Arjona una Solo Exhibition presso il Centro Videoinsight®, in collaborazione con Prometeo Gallery (Lucca, Milano).

La mostra di fotografie e video d’artista e’ a cura della Fondazione Videoinsight®.

Artista nata a Bogotà nel 1973, attiva a New York, la performer Colombiana si misura con la propria presenza: in luogo, movimento, relazione e confronto. Letta secondo il Metodo Videoinsight®, la sua pratica estetica traduce in un simbolismo pregnante sia il gesto che il movimento, formulando una particolare esplicitazione della cifra linguistica, una sequenza documentaria, tanto frammentaria quanto libera e svincolante, della nostra attività di comunicazione. Si tratta di un processo di analisi, individuazione e restituzione – totalizzante e interdisciplinare nell’utilizzo degli elementi temporali spaziali immaginari – attraverso il quale l’autrice sonda il risolto e l’inespresso, il detto e il sommerso, lasciando aperte le porte dell’interpretazione, focalizzando e spostando costantemente i punti di vista dal dentro al fuori, dal soggetto all’oggetto.

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Maria Jose’Arjona ‘Right at the center, there is silence’ 2012 Courtesy Videoinsight® Collection

Right at the Center, There is Silence, performance dal ciclo Active Voice, rappresenta una situazione immortalata, l’immortale sospiro di un tratto di pausa. Il pericolo è ovunque, su ogni lato, ai confini dell’equilibrio centrale.

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Maria Jose’Arjona ‘Agent / Encoding / Flow’ (2014) Courtesy Videoinsight® Collection

Assistendo alla visione di Agent / Encoding / Flow (2014), ci pare di essere di fronte alla concretizzazione di un’ispirazione poetica. L’interazione è quadruplice: privata, coordinata tra agenti, ritmico-musicale e di supporto. Il medium è contaminato dalla visualizzazione di una sorta di sistema binario, riportato alla luce a posteriori, e dall’apparizione di parole-chiave, slogan privati d’effetto, decontestualizzati. La danza ripropone passi di radice atavica, accostati al nuovo ed al plausibile della contemporaneità. Le frazioni sono dilatate, l’opera sembra sancire nella registrazione l’interminabile esito della propria stessa prassi: pretesto verbalizzato.

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Maria Jose’Arjona ‘Espiritu’ (2014) Courtesy Videoinsight® Collection

Espiritu (2014) vuole essere più di un incontro: un soffio, un sussurro, un affetto del cuore in un cerchio di spettatori, di visite, di sguardi. Il contatto è effettivo già dalla distanza, eterno ed infinitesimale a partire dall’attimo del principio, dal primo rapporto emozionale.

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Maria Jose’Arjona ‘All the others in me’ (2014) Courtesy the Artist

Con All the Others in Me (2012), l’abbigliamento di Maria José Arjona si fa interiorità, tessuto di rimando, dichiarazione intima. Ecco che l’investitura rituale si attua dal profondo, in negativo, dove la coscienza dell’alterità viene assunta, riscoperta gradualmente poiché connaturata. Anche il volto si “ritrae”, pian piano. I momenti di abbandono dell’abito sono talvolta tralasciati, quali tracce del discorso personale, poi sociale, infine collettivo: memoria di un oblio.

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Maria Jose’Arjona ‘Birdcage’ (2015) Courtesy the Artist

Birdcage (2015) non è l’istante congelato che salta agli occhi ad iniziale impatto, bensì il senso disciolto, liberato dopo la composizione. Soluzione, ideata e riprodotta dall’interno della gabbia, per un’evasione originaria in cruda luce: assoluta perché affrancata dalla dicotomia di verità e illusione.

Magia della sublimazione!

Ivan Fassio

The BMW Art Guide by Independent Collectors 2016

The Videoinsight® Collection is part of the BMW Art Guide by Independent Collectors.
It includes 256 publically accessible private collections and offers a full spectrum of the contemporary Art World.
The Fourth Edition – printed and digital – of the BMW Art Guide by Independent Collectors is available.

The Videoinsight® Method by Rebecca Russo

Interview with Rebecca Russo

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Videoinsight® Room in Terapia Intensiva

La Fondazione Videoinsight® inaugura il Progetto pilota di Videoinsight® Room nel Reparto Ospedaliero di Rianimazione e Terapia Intensiva dell’Ospedale di Sant’Agata dei Goti.
E’ rivolto a pazienti ricoverati a causa di problematiche respiratorie severe, in coma farmacologico o in una situazione di forte stress, ai loro famigliari e al personale sanitario.
Il Metodo Videoinsight® e’ applicato nel contesto ospedaliero per la Promozione del Benessere Psicofisico.
La Ricerca sperimentale è a cura della Dr.ssa Noemi Vicchio.

Cuore

Videoinsight® Magazine 2016|6

Videoinsight® Magazine 2016|6

Progetto Videoinsight® School

Educazione nell’Accezione di Intuizione, Cura, Nutrimento

Il Progetto Videoinsight® School, a cura di Tita Giunta e Lucia Centurelli con la supervisione di Rebecca Russo, Presidente della Fondazione Arte e Scienza Videoinsight®, ha portato per la prima volta la videoarte contemporanea nella Scuola Primaria: video art e performance sono stati le basi per un innovativo percorso educativo e didattico. Videoinsight® Magazine presenta oggi la prima esperienza, strettamente legata al video “Lux Mater” di Beatriz Millar.

Spesso l’apprendimento compare all’improvviso, accompagnato, nel soggetto, dalla piacevole, a volte estatica, sensazione di avere finalmente raggiunto una comprensione autentica. Un’acquisizione di questo genere può essere assunta interiormente come una vera e propria modalità e contribuire, di conseguenza, a trasferire la nostra coscienza sempre verso situazioni nuove. Un tale felice processo fonda, così, una sorta di intuizione globale: struttura fondante, alla base della nostra evoluzione.
Le tracce della memoria, infatti, non sono elementi isolati, ma agglomerati organizzati. Costituiscono figure intere in continua fabbricazione, in perenne ampliamento: cantieri. La comprensione del cambiamento e della novità non consiste nell’aggiungere segni al nostro bagaglio conoscitivo, ma nel trasformare una forma in un’altra. Ecco l’originaria mutazione proficua, che può scaturire da un’esperienza o verificarsi a seguito di una riflessione col passare del tempo. Nel caso della fruizione artistica, ambito privilegiato del Metodo Videoinsight® di Rebecca Russo, queste due ultime casistiche combaciano.

La radice etimologica del concetto di educazione raccoglie e amalgama sensibilmente le versioni latine di e-ducere (il cui significato è “far uscire”, “dare alla luce”, “condurre all’esterno”) e di edere (nutrirsi). Paradigma dell’educazione è la cura intesa come aiuto, guida, orientamento, progettazione, sostegno.
Non a caso, il primo video di riferimento per Il Progetto Videoinsight® School, condotto da Tita Giunta e Lucia Centurelli, entrambe Curatrici Videoinsight®, è stato “Lux Mater” di Beatriz Millar. In questo video, documentazione di una performance, l’artista impasta farina e ingredienti, inforna e sforna delle focacce. Riflettendo sul gesto creativo e sulla ritualità, Beatriz Millar ritrova nella preparazione del pane, e nell’offerta in dono dell’alimento, il potere femminile della creazione. Si interroga, attraverso questo semplice e atavico gesto, sui ruoli mutati, persi o acquisiti, nelle società contemporanee.

Il Progetto Videoinsight® School ha previsto la proposta dell’esperienza Videoinsight® agli allievi delle classi elementari definita sulla base dei bisogni psicologici ed educativi individuali e di classe. Dopo un’attenta valutazione delle esigenze specifiche di ogni gruppo, realizzata attraverso l’incontro preliminare con i docenti di riferimento, ai giovani studenti è stata proposta la visione di immagini di Arte Contemporanea ad Alto Impatto Videoinsight®. Le narrazioni spontanee e le interpretazioni individuali e collettive scaturite da un primo approccio all’arte contemporanea sono state valutate dalle esperte Videoinsight® e, in seguito, rielaborate concettualmente e creativamente dai bambini attraverso l’espressione corporea svolta mediante la teatroterapia.
Nel caso del lavoro sul video di Beatriz Millar – prima delle tre esperienze del Videoinsight® School Project – per il setting di confronto creativo predisposto da Tita Giunta, i bambini sono stati accolti in uno spazio, davanti ad un cerchio di piatti – ognuno contenente un panetto di creta. Al centro, una corda creava una forma circolare, con tre grossi nodi. La creta è simbolo di creazione, madre terra. Prima di essere utilizzata, e’ stata suddivisa in tanti piccoli pezzi. Con cura e dedizione, gli studenti l’hanno amalgamata con le mani ben oliate. E’ stato loro proposto loro di impastarla proprio come Beatriz Millar fa nella sua video performance. I bambini hanno creato il loro proprio mondo, una sfera con le caratteristiche preferite: crepe, scanalature, promontori, buchi. Successivamente e’ iniziato lo scambio: con la mano destra, ogni partecipante ha fatto dono della propria creazione al compagno, con la mano sinistra ha ricevuto il regalo del compagno. I mondi hanno continuato a girare in cerchio fino a che ognuno non si e’ rimpossessato del proprio mondo. Ognuno, durante il percorso, ha esplorato con cura il mondo degli altri, soffermandosi sulle diversità, sulle specificità e unicità. Infine, ai bimbi e’ stato chiesto di posizionare il proprio mondo sulla corda; e’ stato spiegato loro che la corda rappresentava la classe e che ogni bimbo aveva la possibilita’ di posizionare il proprio mondo mettendosi in relazione con quella corda: dove si trovava lui rispetto agli altri e in relazione al gruppo?

Ivan Fassio

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